ogni volta che ascolto interstellar overdrive l'ultimo minuto mi rincoglionisce completamente.
piacevolemente, beninteso
5 anni fa
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DIARIO DI UNA MAMMA IMPERFETTA - Luglio 2004
Caro ristoratore italiano, proprietario di pizzeria o di tavola calda, sto parlando proprio con te.
Stai tranquillo, non è la solita lamentela pulciosa per il fatto che, con la scusa dell'euro, i prezzi del tuo listino si sono gonfiati come palloni aerostatici. Poverino, hai tante tasse, gli ingredienti costano cari anche a te, e quell'egoista del cuoco ha avuto la bella idea di chiederti un aumento.
No, ti scrivo per comunicarti una notizia-choc: anche chi ha figli piccoli vorrebbe poter andare al ristorante. Lo so, è difficile credere che gente tanto masochista da complicarsi la vita generando uno o più bambini sappia ancora apprezzare le gioie sibaritiche del pranzo fuori. E che magari decida di condividere questo piacere con la prole, invece di lasciarla a casa con la babysitter e i bastoncini di pesce. Eppure, per strano che possa sembrarti, noi genitori per una pizzata fuori con i nostri figli (anche piccolissimi) siamo perfino disposti ad pagare la margherita 2004 come la quattro-stagioni di due anni fa.
Come dici? Tutto questo lo sapevi già? Oh bella. E allora perché quando ti chiedo di portare un seggiolone per mia figlia di diciotto mesi mi guardi come se io venissi da Saturno, oppure mi dici che "è già occupato"? Vuoi dire che un ristorante ben avviato come il tuo dispone un seggiolone e basta? Nel tuo locale è ammesso un solo bambino piccolo per sera? O è sottinteso che chi impone alla tua clientela la presenza di un marmocchio deve pensare da solo a dove farlo sedere? Spiegamelo, per favore, o la prossima volta che brontoli perché tante famiglie vanno da McDonald ti spernacchio. Lì i seggioloni sono almeno una mezza dozzina. Può anche darsi che Iris non digerisca il McCheese, ma è certo che potrebbe mangiarlo da seduta.
E ora, caro ristoratore, lasciami dire che le tue nuove toilettes sono una bellezza. Fiori, piastrelle colorate, lavabi ergonomici, water autodisinfettanti e un raffinato sapone per le mani all'aloe. Suppongo che l'assenza di un fasciatoio sia dovuta unicamente a un ritardo nelle consegne. Cosa? Niente fasciatoio? Hai pensato a uomini, donne e disabili, e non ai bambini in età da pannolino? I piccini la fanno quando gli viene, amico. Può succedere anche nel tuo ristorante, e dovresti prenderlo come un complimento alla tua cucina: più il bimbo si riempie lo stomaco volentieri, più sente il bisogno urgente di alleggerire il suo pancino. Dopodiché, però, dovresti dare ai suoi genitori la possibilità di cambiarlo comodamente. Non solo per il suo benessere, ma anche per quello di chi lo circonda. Ma se ti importasse davvero qualcosa delle narici dei tuoi clienti, grandi e piccoli, faresti rispettare seriamente il divieto di fumo, invece di lasciare ai non fumatori la briga di implorare ai tabagisti un po' di cortesia.
Dirò di più: sarebbe carino fornire, oltre al fasciatoio, anche qualche pannolino. Non ridere, all'estero succede. In Germania nei bagni dei ristoranti i pannolini si trovano, e di varie misure perché, come ha detto testualmente un tuo collega tedesco. "non possiamo pretendere che i nostri clienti si portino tutto da casa". Pensa che in quasi tutti i paesi d'Europa i ristoranti hanno un menu speciale per bambini, con porzioni e prezzi ridotti, Un menu vero, con diversi piatti sani e golosi, mentre da noi l'attenzione ai piccoli ospiti, quando c'è. non va oltre il simil fast-food cotoletta-patatine, e non è nemmeno molto fast, visto che da noi non vige il principio secondo cui i bambini vanno serviti per primi. Anzi, da te spesso capita che vengano serviti per ultimi, quando già si sono ingozzati di grissini e non hanno più fame.
Dalla tua faccia mi par di capire che non hai intenzione di cambiare andazzo. Niente seggioloni, niente fasciatoio, niente divieto di fumo, niente precedenza nel servizio, niente angolo-giochi, niente bicchieri infrangibili, niente di niente.
Allora, però, sii coerente fino in fondo. Sulla porta del tuo locale attacca un cartello "Qui i bambini non sono graditi". A scanso di equivoci.
Lia Celi